TRA FILOSOFIA E POESIA - MIRIAM BRUNI

Intervista a Miriam Bruni

A cura di Floriana Porta




1) Esiste un luogo e un momento che identifichi come l’inizio del tuo percorso artistico?

Sinceramente non saprei... Non tanto perché io non lo ricordi, ma perché credo sia iniziato con me, con la mia nascita! Crescere con una madre pittrice e amante dell'arte e della bellezza, infatti, ha seminato in me precocemente tutta una serie di valori estetici che sono andati maturando e plasmando la mia vita psico-emotiva assieme a quelli etici e comportamentali che acquisivo in casa e a scuola. Ero una bambina molto perspicace e sensibile, riflessiva e curiosa, aperta alla realtà, ma ricordo che il mondo adulto mi attraeva e oscurava al contempo: ne vedevo infatti ambiguità, tristezze e fatiche. Divenni sempre più filosofa - come assetto interiore – e sempre meno simile ai miei coetanei; assetata di contenuti universali, che ricercavo nei libri e nella Natura. Iniziai a comporre da ragazzina, ma solo sui trent'anni decisi di pubblicare, epoca in cui ero già madre di due bambini. Nacquero così Cristalli, Coniugata con la vita, e poi Credere nell'attesa, quest'ultimo una sorta di testamento poetico in quanto mi stavo curando da un carcinoma mammario operato d'urgenza (2014) che marcò purtroppo la mia vita successiva, soprattutto dal punto di vista lavorativo.  Continuai a tradurre la mia vita in versi e crebbe il mio amore per le arti figurative e fotografiche, tanto che da alcuni anni lavoro sul mio sguardo poetico da una prospettiva più fotografica che letteraria. Nel 2023 si manifestò prepotentemente una seconda malattia oncologica, ancora più grave della precedente, e il mio corpo fu sottoposto a nuove trasformazioni, potature e fatiche. Da allora ho abbandonato il lavoro in aula e ripreso le mie indagini personali, da una parte sempre al confine tra filosofia e poesia - verso un sapere dell'anima, per citare uno splendido saggio di Maria Zambrano in cui mi sono molto ritrovata e specchiata - dall'altra sul versante dell'arte e dell'offerta di sé attraverso le opere del proprio ingegno creativo: mostre, nuovi libri, progetti vari. Accetto di essere artista, vorrei scrivere, rieccheggiando l'Antonia Pozzi di un secolo fa.


2) Cosa significa per te la parola "rinascita"?

Credo che ci si senta, o ci si dica, rinati, quando si avverte la linfa vitale che arriva nuovamente a nutrire qualche aspetto del nostro vivere che si era esaurito, spento, perduto: quando cioè la speranza, o il senso, o la passione, o la fede, in altre parole la voglia e il coraggio di vivere rinascono in noi. Io perlomeno la vivo così. Ho una profonda e dolorosa percezione delle dinamiche mortifere, dei circoli viziosi, dei deserti dell'anima... E se nascere è un apparire, un manifestarsi, io credo che, dacché veniamo al mondo, siamo noi a diventare grembi, terreni di conquista della gioia o del dolore, dello slancio o dell'apatia, della fiducia o del cinismo. 

Nell'immenso campo della biologia, ogni nuova realtà, di qualsivoglia mondo si intenda parlare, viene ad aggiungersi a quanto già esiste, o a sostituire ciò che è morto o ha terminato il suo ciclo di vita. Ma poiché l'uomo non è solo un aggregato chimico e fisico, ecco che l'esperienza della rinascita diviene un fatto principalmente spirituale, un avvenimento interiore, un appuntamento pasquale che si rinnova di frequente. Perché molte sono le circostanze, le perdite, le ferite che accumuliamo e superiamo, in un modo o nell'altro. Restiamo segnati, certo, come quegli alberi cui le bufere hanno piegato il fusto, o la cima, e spesso trasmettiamo più rassegnazione che vitalità, più avvilimento che intraprendenza. C'è chi arriva a desiderare la morte, perché non crede più nel cambiamento, o perché ci vorrebbe un miracolo, per poter rinascere. In quell'angoscia si torna esposti, deboli e disarmati come lo siamo da neonati. La speranza, in questi casi, si appoggia sull'altrui attenzione, dedizione, materna considerazione. Più che di scienza, è di rinascenza che ha bisogno il mondo!   


3) La poesia è un'inoculazione di bellezza?

Dieci anni fa davo questa definizione: “la poesia è un lampo, e un germinare lento. E' incanto e carezza, domanda e certezza.” La bellezza quindi c'è, non c'è dubbio: è racchiusa nel termine “incanto”; ma è uno degli aspetti, non l'unico, di cui si compone l'opera poetica. Essa è anzitutto un'indagine meticolosa e pervicace sulla natura delle cose che si muovono in noi e fuori di noi. E' ricerca del Vero e del Buono, nella loro completezza e grandezza, anche quando si focalizza su minuzie, o istanti, o dettagli. Io credo che la poesia abbia una vocazione all'immensità, alla profondità, e che chi la pratica patisce e gioisce di una vita che assomiglierei a quella dei mistici... 

Quello che la poesia immette è quindi il senso di complessità dell'umana esistenza, il senso di incompiutezza e inquietudine, tensione verso una Armonia superiore e diversa da quella della mera sopravvivenza. La poesia, la danza, la pittura: ogni vita o opera artistiche sono attori e testimoni di un ritmo altro, di esigenze altre, di linguaggi altri...Conversazioni  a proposito di tutto quello che ci coinvolge o sconvolge maggiormente a livello percettivo, emozionale o di pensiero. 


MIRIAM BRUNI

Miriam Bruni (1979), ispanista, è nata e cresciuta a Bologna, ha due figli ormai grandicelli e ama raccogliersi frequentemente passeggiando in Natura, contemplando, riflettendo. La passione e la pratica poetica e fotografica la caratterizzano da sempre: scrivendo e scattando mette a fuoco le esperienze vissute, i dettagli di vita o di mondo di cui vuole serbare traccia, cercandone e restituendone l’essenza profonda e risonante. Scrive recensioni o prefazioni, curatele e studi critici e ha dato alle stampe dieci libri. Cura un proprio blog (miriambruni.blogspot.com) ed è presente sui social media, compreso YouTube. Collabora con associazioni culturali e riviste on line. E' stata direttrice artistica dell'Officina Culturale di Livergnano e del Giardino di Parole di Bazzano. Numerosi suoi testi, scatti ed interviste sono gratuitamente reperibili nella Rete. 



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