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IL FLUSSO COLLOQUIALE CON LA MORTE - LA POESIA DI ALESSANDRO MOSCE’

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Intervista ad Alessandro Moscè A cura di Floriana Porta 1) La morte è il leitmotiv della sua raccolta. Tiziano Broggiato, nella nota di copertina, parla del sibilo misterioso, radente della morte, alludendo alla malattia infantile, alle rarefazioni che sovrappongono il fiato corto della possibile resa e la consapevolezza di una voluta trasfigurazione. La morte è una rimozione psichica e una verità insidiosa, il senso della finitudine umana. Qualcosa che non si può osservare, ma che rende ogni esistenza drammatica perché non conosciamo il destino umano, ciò che ci aspetta. Il rovello, però, apre una porta, quella dell’immaginazione, alla quale il poeta si affida con tutto sé stesso. Per questo ho sempre preferito la dimensione individuale, sovrasensibile, rispetto alla storia, all’ideologia, alla morale. E’ la percezione metafisica e ultraterrena che forgia una buona parte della mia scrittura in versi. La morte rappresenta nient’altro che una prosecuzione incomprensibile della ferialità