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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

SENZA EMOZIONE NON PUÒ ESISTERE LA POESIA

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Intervista a Lillo Baglio A cura di Floriana Porta 1) Thomas Eliot scrisse "La poesia non è uno sfogo dell'emozione ma una fuga dall'emozione; non è un’espressione della personalità ma una fuga dalla personalità". Lei cosa ne pensa? Thomas Eliot da molti è considerato come il più grande poeta del Novecento. Nel 1948 riceve il premio Nobel. Da altri è stato duramente criticato pensando fosse sopravvalutato; comunque sia è stato definito il poeta dell'astrazione e, allo stesso tempo, un simbolista. Le sue poesie non celebravano la pienezza del significato, denunciavano piuttosto l'assenza di significato, di vuoto insito nell'epoca moderna contemporanea. Per Eliot gli uomini si muovono come dannati dove intorno a loro c'è il grigio deserto. La modernità per Eliot è l'abisso del senza senso. La domanda è molto complessa, commentare questa frase non è facile, quando Eliot dice "la poesia non è uno sfogo dall'emozione ma una fuga dall'emozio

UNA SCRITTURA SEMPRE IN CAMMINO

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Intervista a Luigia Sorrentino A cura di Floriana Porta 1) Quali punti di fuga e di profondità "corrono" e convergono nel centro della tua scrittura? Al centro della mia scrittura c’è sempre stato il vivente. La mia scrittura è sempre in cammino verso questo centro nel quale c’è qualcosa di prezioso che deve essere messo in luce.  2) La poesia è un dialogo fecondo fra l'invisibile e il manifesto, fra il singolo e la stirpe? La poesia unifica forze che sono in divergenza fra loro. Quindi la voce della poesia dialoga con l’invisibile, ma anche con il reale, con ciò che si manifesta e che si rivela nel suo nucleo più intimo.  3) Qual'è il peggior nemico della poesia? L’indifferenza. È qualcosa di terribile l’indifferenza, perché rende impossibile l’incontro fragilissimo con l’arte, con l’inquietudine che arriva dalla lingua della poesia. L’indifferenza è una pietra immobile nel cuore del mondo, è il rifiuto dello sguardo, del pensiero e del dialogo. LUIGIA SORRENTINO Lui

LA POESIA PUÒ SALVARCI

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 Intervista a Selene Pascasi A cura di Floriana Porta 1) La poesia ci rende indifesi o al contrario ci rafforza? Entrambi. A mio avviso, la poesia ci rende dapprima indifesi, perché ci aiuta a far crollare le barriere che nel tempo abbiamo costruito attorno all’anima per scudarci dal dolore, e poi, tornati all’essenza delle nostre verità, ci rafforza mettendoci in dialogo con la versione più autentica di noi. Un ruolo, quello della poesia, che può salvarci dalle inquietudini della vita e, in qualche modo, avvicinarci alla misteriosa dimensione divina. 2) Quali sono gli elementi nutritivi della sua riflessione in versi? A nutrire le mie riflessioni, sono miriadi di sensazioni. Sono tutte le emozioni che il tempo si diverte a scaraventarmi contro, nel bene o nel male. Una poesia nasce dal sorriso sdentato di un vecchio, da una storia finita, da una promessa mantenuta, dal profumo di un fiore o dalle lacrime di un uomo solo. Sì, perché, se ci riflettiamo, tutto ciò che ci circonda è poesi