Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

UN ACCURATO E INEDITO RITRATTO DI ANNIE ERNAUX

Immagine
Intervista a Sara Durantini A cura di Floriana Porta  1) Annie Ernaux. Qual è il marchio del suo dolore, del suo tormento? Il dolore, la vergogna e il trauma nella scrittura di Annie Ernaux sono fortemente legati tra loro e hanno una matrice sociale e affettiva comune che affonda le radici nella famiglia e nel mondo dal quale la stessa scrittrice proviene. Quando Annie Ernaux inizia a scrivere quello che sarà il suo primo libro poi pubblicato nel '74, Gli armadi vuoti, la sua ricerca scava in quello che lei chiamerà il "mondo dominato". Si tratta di una ricerca che tenta di comprendere il posto che lei occupava nel mondo sociale e il successivo senso di colpa e vergogna per aver, in un qualche modo, tradito proprio quel mondo dal quale proveniva. Questi sono sentimenti che Ernaux capisce solo più tardi, non durante la stesura del libro tanto meno durante il periodo precedente, quello universitario, anche se lei ammetterà che i corsi di sociologia tra il '63 e il '

IL LINGUAGGIO, LE FORME E L' ESPRESSIVITÀ DELLA POESIA

Immagine
 Intervista a Marco Furia A cura di Floriana Porta 1) La dimensione della poesia si muove inesorabilmente in una duplicità, fra le due immagini del tempo: presente e futuro. Lo sguardo del presente converge con quello sognante e cosmico dell'eternità? Non credo che la poesia si muova in maniera necessariamente inesorabile “tra due immagini del tempo”, penso tuttavia che passato e futuro siano per il poeta tratti per nulla secondari: esiste, a mio avviso, una sorta di specifica “intimità” tra la scrittura in versi e i suddetti aspetti temporali. Per noi umani l’attuale è ciò con cui abbiamo a che fare momento dopo momento, mentre l’avvenire, in ogni modo incerto, può essere aspettativa, progetto, calcolo del possibile e, per alcuni individui, perfino tentativo di predizione. Nell’ambito poetico certi confini tendono spesso a divenire meno marcati non tanto (o non sempre) per rivolgersi a cosmici sogni “dell’eternità”, bensì per proiettare i lettori verso dimensioni altre, nuove, in

I RITMI E GLI SGUARDI DELLA TRIDIMENSIONALITÀ

Immagine
Intervista a Paola Grizi A cura di Floriana Porta  1) La sua arte da che cosa trae di volta in volta respiro?  Creare attraverso la creta libera sensazioni sospese, un po’ come scrivere un diario, ma realizzato sul piano della tridimensionalità. Fin da piccola ho adorato tenere traccia delle mie emozioni attraverso la scrittura. Oggi quel diario si è trasformato in pagine di bronzo e di terracotta, sulle quali si imprimono, come allora, pensieri ed emozioni: la funzione catartica e l’immediatezza dell’espressione sono rimaste inalterate.  L’ispirazione proviene dai piccoli spunti del quotidiano: una passeggiata nella natura, una forma osservata tra le tante del paesaggio urbano, la veste di un monumento di Roma, un volto incrociato in un tram. Le immagini invece scaturiscono direttamente dall’inconscio, nel momento del contatto delle mani con la materia, quando la concentrazione si abbandona all’ispirazione. In quel preciso istante ho la sensazione che esse si muovano quasi da sole, co